MISSIONE DI ARU

Durante un incendio nella foresta mentre tutti gli uomini fuggivano, un colibrì volava in senso contrario con una goccia d’acqua nel becco.
“Cosa credi di fare?” gli chiese il leone.
“Vado a spegnere l’incendio!” rispose il piccolo volatile.
“Con una goccia d’acqua?” disse il leone con un sorriso di irrisione.
E il colibrì, proseguendo il volo, rispose:
“Io faccio la mia parte!”

Da una favola africana

ARU è un villaggio al confine tra due paesi, Congo e Uganda. Conta circa 30.000 abitanti di varie tribù. E’ situato nella zona di Ituri, nella Diocesi di Mahag. La missione di Aru è gestita in parte dalla Suore Cannossiane, che seguono il centro sanitario e la parte scolastica, dalla scuola per l’infanzia fino a corsi che preparano a sostenere gli esami universitari il centro sanitario, ed in parte dai volontari VOICA che portano avanti la fattoria, le costruzioni, la biblioteca. 

Tra i progetti portati a termine ed i progetti del 2010 troviamo:

  • LE AULE DELLA SCUOLA

  • IL FORNO alimentato la mattina (così come il cybar) da un generatore.

  • IL CYBAR, dove ragazzi e adulti possono navigare e imparare a utilizzare un pc. Il pomeriggio l’energia necessaria è fornita da un impianto fotovoltaico che permettone il funzionamento dei computer per l’assistenza ai clienti, ma non è possibile alimentare contemporaneamente i pc per la formazione degli studenti né le fotocopiatrici: servirebbe un impianto con più pannelli e più batterie.

  • LA FERME è stata realizzata nel 2007, e comprende la stalla ed alcuni magazzini. I campi circostanti sono dedicati, per gran parte, a pascolo, mentre le zone più produttive sono dedicate alla coltivazione di mais, soia, arachidi, patate dolci. La ferme offre stabilmente lavoro a: Pascal, che veglia sui campi e sugli animali; Emmanuel che organizza e controlla il lavoro di tutti gli altri operai: Adrinko, Bhayo, e Leopold. Nei periodi di raccolta e lavorazione di prodotti trovano lavoro anche altre persone, prevalentemente donne e ragazzi. La lavorazione di campi, fatta ancora tutta a mano, è lenta e faticosa e la produzione a fatica a coprire i già molto bassi salari. Per la ferme si è profilato però un ulteriore problema: l’acqua. Si è pensato alla realizzazione di un sistema che possa portare l’acqua da due ruscelli con i quali confina, oltre alla raccolta delle acque piovane, attraverso grondaie ora non presenti. Per sviluppare la ferme si sta pensando alla realizzazione di un allevamento di ovaiole, ora commercializzate dagli ugandesi.

  • LA BIBLIOTECA: La struttura è stata pensata per offrire a tutte le persone della comunità di Aru, un luogo dove leggere e studiare. I lavori per la sua costruzione sono già iniziati nei primi mesi del 2010. Sono state già catalogate alcune migliaia di libri arrivati in particolare dall’Italia e dall’America del Nord. È stata inaugurata l’8 maggio 2011

  • PLAYGROUND: Costruire un campo ricreativo per lo sport è creare uno spazio significativo per la crescita serena dei piccoli e dei ragazzi. Potrebbe sembrare che altre siano le priorità in un paese in via di sviluppo, in realtà organizzare un punto di ritrovo dove i più giovani sentano che è il loro angolo di svago vuol dire favorire un clima di pace, un senso di cura della persona che sono infatti la piattaforma per il vero progresso. Essere felici e divertirsi in modo sano, imparando il gioco di squadra, il rispetto delle regole e il raggiungimento di un obbiettivo con il gruppo, a volte vale di più anche di un pezzo di pane. Poter organizzare tornei e gare dà forza allo spirito e a lungo andare sostiene un paese intero. E’ ormai tempo che i bambini, i giovani e gli adulti vedano i segni di una apertura serena verso un futuro migliore. Per questo nel 2010 i volontari si sono impegnati a costruire un campo ricreativo per giocare a pallavolo, e testimoniano:

“In realtà più che costruire è stato un cercare di progettare ed iniziare a realizzare il campo: come è facile scoprire che siamo solo piccoli uomini con due mani, e che senza i mezzi che ormai diamo per scontati, quanto sia difficile, ma nello stesso tempo stimolante ed ingegnoso, confrontarsi con un’idea precisa e realizzabile nella nostra testa ma che poi deve fare i conti con la Natura (quella con la N maiuscola) dell’Africa e dei suoi mezzi. Noi piccoli uomini in missione per 4 settimane non siamo riusciti a terminare il lavoro, ma abbiamo posto le basi di quanto è poi stato ultimato dai volontari a tempi lunghi e dai ragazzi di ARU.”